Aspettative mantenute per i primi due giorni di fiera, Agriumbria si avvia al suo ultimo giorno straordinario mentre si possono iniziare a raccogliere le prime impressioni in vista dell'edizione 53, che svolgerà dal 1 al 3 aprile 2022 nel centro fieristico di Bastia. Soddisfazione e orgoglio trapela dagli organizzatori in vista della giornata di domenica, come sempre una delle più attese della tre giorni. Anche consorzi, associazioni di categoria, produttori e imprese si dicono soddisfatte e pronte all'appuntamento del 2022.
Tra le novità interessanti della seconda giornata c'è l'accordo, primo in Italia, tra la Cia Umbria e il partner tecnico Agricolus, che ha come obiettivo quello di accompagnare le aziende agricole associate verso un processo di transizione digitale come indicato nel Green Deal europeo, con al centro la strategia “Farm to fork”. In sostanza per tutti gli associati sarà possibile accedere in maniera gratuita alla piattaforma, attraverso il sistema Agriconnect, con la quale potranno controllare da remoto i propri campi, avere aggiornamenti meteorologici continui, monitorare l'andamento del proprio lavoro e il verificarsi di eventuali problemi in modo diretto e istantaneo così da visualizzare lo stato di salute dei propri appezzamenti e intervenire prontamente in caso di necessità, oltre ad avere uno storico dell’attività agricola che permetterà di orientare le scelte aziendali in maniera mirata. Uno strumento utile anche a snellire tutte quelle pratiche burocratiche necessarie al corretto svolgimento delle attività agricole.
Agrifood sostenibile: il futuro dell’agroalimentare post covid, invece è stato il titolo della Tavola Rotonda organizzata da Coldiretti Umbria, per delineare le prospettive del tessuto produttivo e tracciare le nuove sfide per l’agroalimentare nel periodo post covid, dopo che la pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico di agricoltura e cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. Un’importante possibilità per ragionare su come occorra cogliere le opportunità offerte dal Pnrr con la digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua e produrre energia pulita, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori produttivi deficitari previsti nei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema Paese. Per approfondire questi argomenti, all’iniziativa di Bastia Umbra è intervenuto il Presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini. Nel corso della tre giorni di Bastia presente anche il grande Mercato di Campagna Amica, che animerà la rassegna con i produttori agricoli locali che proporranno il meglio del made in Umbria agroalimentare.
Confagricoltura Umbria ha presentato il caso studio dell’innovativo Progetto Agrobot, con robot autonomi a servizio della crescita economica ed ambientale in vigneto e oliveto. Il progetto Agrobot sta sviluppando in Umbria robot autonomi con sensoristica evoluta e guida satellitare a servizio della crescita economica ed ambientale in vigneto e oliveto. Tra gli obiettivi, la caratterizzazione della firma spettrale della chioma e il monitoraggio della mosca dell’olivo. Monitoraggio e gestione sito-specifica, infatti, sono ormai parole chiave per il macrosettore della produzione agraria in generale e della viticoltura in particolare. L’obiettivo è quindi quello di ridurre la pressione della produzione sull’ambiente, soprattutto in relazione agli input di natura chimica. Il Progetto è finanziato nell’ambito della PSR 2014-2020 ed attuato tramite un Polo per l’Innovazione costituito da aziende agricole (Fondazione per l’Istruzione Agraria in Perugia, Istituto Tecnico Agrario Ciuffelli-Einaudi di Todi), imprese fornitrici di tecnologie e servizi (Cratia Srl, Infomobility Srl) e l’organizzazione regionale di produttori olivicoli Assoprol Umbria. Aderiscono al Polo come partner per l’implementazione e la sperimentazione i dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali e il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia, nonché l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore S. Anna di Pisa. Gli obiettivi principali del progetto, di cui sono stati presentati i primi risultati agronomici, hanno riguardato la realizzazione di un prototipo a trazione elettrica e a guida autonoma in grado di muoversi all’interno di impianti arborei specializzati (vigneti e oliveti) mediante sistemi satellitari evoluti (tecnologia GPS, RTK e IMU) e sistemi di visione artificiali e a laser per la mappatura, con camera multispettrale e stesura di mappe di vigore in vigneti in piena produzione di differenti aree DOC dell’Umbria. Validazione in campo delle mappe e definizione di protocolli di gestione sito-specifica sia del terreno che della chioma (rateo variabile), necessari per rendere più omogenee le aree di coltivazione e ridurre sia la richiesta di input antropici, sia la variabilità delle produzioni dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Monitoraggio della mosca dell’olivo mediante sensoristica evoluta di prossimità per l’acquisizione autonoma di immagini capaci di rilevare e quantificare i danni sulle drupe in oliveti in produzione.
ANABIC festeggia i sessanta anni in fiera. Fondata nel 1961 e giuridicamente riconosciuta nel 1966, non a caso in Umbria, dove ancora oggi ha sede, l’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne (ANABIC) nasce con l’obiettivo di promuovere e attuare tutte le iniziative finalizzate al miglioramento, alla valorizzazione e alla diffusione delle razze bovine autoctone italiane: Marchigiana, Chianina, Romagnola, Maremmana e Podolica. L’ANABIC ha competenze in materia di selezione e istituito il Libro Genealogico Nazionale unico delle Razze Bovine Italiane da Carne. La sede dell’ANABIC si trova come detto in Umbria, a S. Martino in Colle, nella tranquilla campagna umbra a soli 8 km dalla città di Perugia. Oggi gli allevamenti associati all’Anabic sono oltre 5.100 con circa 157.000 capi iscritti al Libro Genealogico. La razza più rappresentata è la Marchigiana con oltre 2.000 allevamenti e 51.000 capi. Seguono la Chianina con circa 1.500 allevamenti e 46.000 capi, la Podolica con circa 1.000 allevamenti e 37.000 capi, la Romagnola con 350 allevamenti e 11.500 capi e la Maremmana con 250 allevamenti e 12.000 capi iscritti. Gli animali sono allevati per il 95% in collina e montagna e per il 60% al pascolo.
Proprio in occasione di Agriumbria sono stati celebrati i 60 anni di attività attraverso un convegno dal titolo “Le razze bovine autoctone protagoniste del futuro”. Tutto il mondo del Vitellone Bianco a portata di click. Presentato ad Agriumbria il nuovo sito istituzionale del Consorzio, www.vitellonebianco.it, che punta ad avvicinare il consumatore alla filiera in maniera semplice e concreta. Dalla storia del Consorzio al Disciplinare di produzione fino alla descrizione dettagliata di ogni razza, il sito fornisce informazioni utili valorizzando, allo stesso tempo, la conoscenza del territorio. Uno strumento importante e in continuo aggiornamento dove non manca lo spazio per la buona cucina. Una sezione del nuovo portale, infatti, è interamente dedicata alle informazioni sul corretto utilizzo in cucina della carne certificata “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” con consigli sulla scelta dei tagli e degli abbinamenti e con video ricette utili per la preparazione dei piatti e i metodi di cottura.
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